Problemi di cardiopatia: come comportarsi in estate

L’arrivo dell’estate se da una parte aiuta il corpo e lo spirito a rigenerarsi grazie al sole, dall’altro può provocare problematiche correlate alle alte temperature.

Una di queste è la riduzione della pressione arteriosa, ovvero della forza con cui il sangue viene spinto attraverso i vasi sanguigni.

RIDUZIONE PRESSIONE ARTERIOSA: CAUSE E SINTOMI

I principali meccanismi che possono causare un calo della pressione arteriosa riguardano l’aumento della sudorazione e la vasodilatazione indotta dal caldo, che riduce le resistenze vascolari.

I sintomi sono variabili, ma i più frequenti si manifestano con stanchezza, sonnolenza, affaticamento e capogiri.

Ecco quindi, che risulta importante conoscere il proprio stato di salute così da monitorare quelle patologie che, proprio nel periodo di caldo eccessivo, rischiano di aggravarsi o dare il via a problematiche ulteriori.

Come comportarsi?

ESTATE E CALDO: COME COMPORTARSI IN PRESENZA DI UNA CARDIOPATIA

Dopo questa premessa, la domanda da porsi è se, con l’arrivo dell’estate, la terapia farmacologica di pazienti cardiopatici deve essere modificata.

A rispondere è un esperto!

“Nei pazienti anziani che hanno malattie vascolari importanti – spiega il Dott. Angelo Placci, Cardiologo del Centro Medico Spallanzani di Parma l’abbassamento eccessivo della pressione arteriosa può risultare molto pericoloso: per questo motivo è importante controllarne frequentemente i valori. Inoltre, nei pazienti che utilizzano farmaci diuretici, sarebbe opportuno eseguire il dosaggio degli elettroliti sierici e della funzione renale. Per quanto riguarda invece i pazienti affetti da scompenso cardiaco – aggiunge – è molto importante ponderare con attenzione quali farmaci ridurre nel caso in cui la pressione si dovesse abbassare troppo”.

A conferma di quanto sostenuto, i risultati dello studio BIOSTAT-CHF, pubblicati sul giornale europeo di cardiologia, hanno mostrato come i pazienti con scompenso cardiaco e ridotta frazione di eiezione, che non assumono la dose raccomandata di ACE-inibitori e sartani, presentino un rischio più elevato di problemi cardiovascolari e ospedalizzazione.

“In questi casi – conclude il Dott. Angelo Placciè opportuno ridurre altre classi di farmaci che spesso sono usati in associazione. È pertanto controindicata ogni modifica fai-da-te: il consiglio è di rivolgersi al proprio cardiologo di fiducia”.